Toni:Morire a Mattmark. L'ultima tragedia dell'emigrazione italiana
- libri usati ISBN: 9788868432263
Morire a Mattmark. L'ultima tragedia dell'emigrazione italiana, libro di Toni Ricciardi, edito da Donzelli. Negli anni sessanta, al cantiere di Mattmark si lavorava notte e giorno per cos… Altro …
Morire a Mattmark. L'ultima tragedia dell'emigrazione italiana, libro di Toni Ricciardi, edito da Donzelli. Negli anni sessanta, al cantiere di Mattmark si lavorava notte e giorno per costruire una grande diga che avrebbe prodotto l’energia necessaria ad un paese, la Svizzera, che stava vivendo una crescita economica senza precedenti. A Mattmark lavoravano più di seicento operai, in grandissima parte immigrati. In quegli anni, l’Appennino iniziava la sua lenta e irreversibile desertificazione: dall’Irpinia all’Abruzzo, dalla Sila alle coste salentine, il Mezzogiorno si svuotava senza sosta, mentre la “piccola” Svizzera accoglieva da sola quasi il 50% dell’intero flusso migratorio italiano, dando occupazione soprattutto ad operai impegnati in grandi opere, come la diga di Mattmark. Il 30 agosto del 1965, in pochi secondi, una valanga di più di 2 milioni di metri cubi di ghiaccio seppellì 88 dei lavoratori impegnati nella costruzione della diga. Di questi, 56 erano italiani. Fu la provincia di Belluno (17 vittime) ad essere la più colpita, insieme al comune di San Giovanni in Fiore (Cosenza), che perse sette uomini. E poi tanti borghi di provincia da Nord a Sud, dal Veneto alla Calabria. Nei giorni successivi alla tragedia non c’era tempo per analizzare quanto era successo: bisognava scavare con la speranza di trovare ancora vivo un amico, se non il proprio padre, fratello o figlio. Ci vollero più di sei mesi per recuperare i resti dell’ultima salma. Questa storia si concluse nel modo peggiore. I tempi dell’inchiesta furono lunghissimi, oltre sei anni, e i diciassette imputati chiamati a rispondere all’accusa di omicidio colposo furono tutti assolti, nonostante l’instabilità del ghiacciaio fosse nota da secoli. In appello andò anche peggio: assoluzione confermata e i familiari delle vittime condannati al pagamento delle spese processuali. Le reazioni furono di profondo sdegno e incredulità, anche perché la tragedia era stata molto seguita dai media e la commozione per il Vajont era ancora forte. Media > Libri Storia > Generale Storia > Generale, Donzelli<
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Toni Ricciardi:Morire a Mattmark. L'ultima tragedia dell'emigrazione italiana
- nuovo libro ISBN: 9788868432263
A Mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un'imponente diga capace di produrre l'energia necessaria a un paese, la Svizzera, che stava vivendo una crescit… Altro …
A Mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un'imponente diga capace di produrre l'energia necessaria a un paese, la Svizzera, che stava vivendo una crescita economica senza precedenti. Nel cantiere lavoravano più di mille persone, in maggioranza straniere e provenienti soprattutto dalla provincia italiana. La "piccola"" Svizzera accoglieva da sola quasi il 50 per cento dell'intero flusso migratorio italiano, dando occupazione a operai impegnati in grandi opere, come la diga di Mattmark. Ma il 30 agosto 1965, in pochi secondi, accadde l'irreparabile: ""Niente rumore. Solo, un vento terribile e i miei compagni volavano come farfalle. Poi ci fu un gran boato, e la fine. Autocarri e bulldozer scaraventati lontano"". A parlare è uno dei sopravvissuti intervistati nel libro, uno dei testimoni della valanga di più di 2 milioni di metri cubi di ghiaccio che seppellì 88 lavoratori. Di questi, 56 erano italiani. Come a Marcinelle, la tragedia rappresentò una cesura nella lunga e travagliata storia dell'emigrazione italiana, segnando un punto di non ritorno. Inoltre, suscitò molto scalpore in tutta Europa: per la prima volta, stranieri e svizzeri morivano l'uno a fianco all'altro. Nei giorni successivi si scavò senza sosta con la speranza di trovare ancora vivi amici, padri, fratelli, figli. Ci vollero più di sei mesi per recuperare i resti dell'ultima salma." Libri, Donzelli<
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Morire a Mattmark. L'ultima tragedia dell'emigrazione italiana
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A Mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un'imponente diga capace di produrre l'energia necessaria a un paese, la Svizzera, che stava vivendo una crescit… Altro …
A Mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un'imponente diga capace di produrre l'energia necessaria a un paese, la Svizzera, che stava vivendo una crescita economica senza precedenti. Nel cantiere lavoravano più di mille persone, in maggioranza straniere e provenienti soprattutto dalla provincia italiana. La "piccola"" Svizzera accoglieva da sola quasi il 50 per cento dell'intero flusso migratorio italiano, dando occupazione a operai impegnati in grandi opere, come la diga di Mattmark. Ma il 30 agosto 1965, in pochi secondi, accadde l'irreparabile: ""Niente rumore. Solo, un vento terribile e i miei compagni volavano come farfalle. Poi ci fu un gran boato, e la fine. Autocarri e bulldozer scaraventati lontano"". A parlare è uno dei sopravvissuti intervistati nel libro, uno dei testimoni della valanga di più di 2 milioni di metri cubi di ghiaccio che seppellì 88 lavoratori. Di questi, 56 erano italiani. Come a Marcinelle, la tragedia rappresentò una cesura nella lunga e travagliata storia dell'emigrazione italiana, segnando un punto di non ritorno. Inoltre, suscitò molto scalpore in tutta Europa: per la prima volta, stranieri e svizzeri morivano l'uno a fianco all'altro. Nei giorni successivi si scavò senza sosta con la speranza di trovare ancora vivi amici, padri, fratelli, figli. Ci vollero più di sei mesi per recuperare i resti dell'ultima salma." Books Libri, Donzelli<
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A Mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un'imponente diga capace di produrre l'energia necessaria a un paese, la Svizzera, che stava vivendo una crescit… Altro …
A Mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un'imponente diga capace di produrre l'energia necessaria a un paese, la Svizzera, che stava vivendo una crescita economica senza precedenti. Nel cantiere lavoravano più di mille persone, in maggioranza straniere e provenienti soprattutto dalla provincia italiana. La "piccola"" Svizzera accoglieva da sola quasi il 50 per cento dell'intero flusso migratorio italiano, dando occupazione a operai impegnati in grandi opere, come la diga di Mattmark. Ma il 30 agosto 1965, in pochi secondi, accadde l'irreparabile: ""Niente rumore. Solo, un vento terribile e i miei compagni volavano come farfalle. Poi ci fu un gran boato, e la fine. Autocarri e bulldozer scaraventati lontano"". A parlare è uno dei sopravvissuti intervistati nel libro, uno dei testimoni della valanga di più di 2 milioni di metri cubi di ghiaccio che seppellì 88 lavoratori. Di questi, 56 erano italiani. Come a Marcinelle, la tragedia rappresentò una cesura nella lunga e travagliata storia dell'emigrazione italiana, segnando un punto di non ritorno. Inoltre, suscitò molto scalpore in tutta Europa: per la prima volta, stranieri e svizzeri morivano l'uno a fianco all'altro. Nei giorni successivi si scavò senza sosta con la speranza di trovare ancora vivi amici, padri, fratelli, figli. Ci vollero più di sei mesi per recuperare i resti dell'ultima salma." Libri, Donzelli<
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Morire a Mattmark. L'ultima tragedia dell'emigrazione italiana
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A mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un'imponente diga capace di produrre l'energia necessaria a un paese, la svizzera, che stava vivendo una crescit… Altro …
A mattmark non ci si fermava mai, si lavorava giorno e notte per costruire un'imponente diga capace di produrre l'energia necessaria a un paese, la svizzera, che stava vivendo una crescita economica senza precedenti. nel cantiere lavoravano pi di mille persone, in maggioranza straniere e provenienti soprattutto dalla provincia italiana. la "piccola" svizzera accoglieva da sola quasi il 50 per cento dell'intero flusso migratorio italiano, dando occupazione a operai impegnati in grandi opere, come la diga di mattmark. ma il 30 agosto 1965, in pochi secondi, accadde l'irreparabile: "niente rumore. solo, un vento terribile e i miei compagni volavano come farfalle. poi ci fu un gran boato, e la fine. autocarri e bulldozer scaraventati lontano". a parlare uno dei sopravvissuti intervistati nel libro, uno dei testimoni della valanga di pi di 2 milioni di metri cubi di ghiaccio che seppell 88 lavoratori. di questi, 56 erano italiani. come a marcinelle, la tragedia rappresent una cesura nella lunga e travagliata storia dell'emigrazione italiana, segnando un punto di non ritorno. inoltre, suscit molto scalpore in tutta europa: per la prima volta, stranieri e svizzeri morivano l'uno a fianco all'altro. nei giorni successivi si scav senza sosta con la speranza di trovare ancora vivi amici, padri, fratelli, figli. ci vollero pi di sei mesi per recuperare i resti dell'ultima salma., Libreria universitaria<
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